Nato in Tennessee nel 1857 da una famiglia povera, Edward Emerson crebbe orfano di padre; iniziò a lavorare in uno studio fotografico all’età di 9, rimanendovi per 17 anni.
Barnard può essere considerato il prototipo dell’astrofilo moderno: privo di una preparazione scientifica, iniziò la propria carriera di osservatore acquistando un telescopio da 5 pollici pagandolo 384$, una cifra pari al suo stipendio di assistente fotografo maturato in un intero anno.
Alla fine del secolo la scoperta di nuove comete destava grande interesse nell’opinione pubblica, tanto che Hulbert Harrington Warner (un uomo d’affari) mise in palio 200$ per ogni nuova scoperta in tale campo: Barnard riuscì a scoprire 8 comete in 3 anni e grazie ai premi in denaro costruì una casa per sè e la sua famiglia, battezzandola “Comet House”.
Nonostante non possedesse una vera formazione scolastica, all’età di 30 anni fu notato dal direttore dell’osservatorio Lick, il quale gli offrì un posto come astronomo. Durante questo periodo, Barnard potè usufruire del rifrattore da 40 pollici dell’osservatorio. Grazie a questo strumento, nel 1887 scoprì la quinta luna di Giove, Almathea, l’ultima luna ad essere scoperta visualmente.
Negli stessi anni Barnard iniziò l’immane lavoro di ripresa delle zone oscure della Via Lattea, impresa che lo impegnò per 8 mesi presso l’osservatorio di Mount Willson; durante questo periodo seguì personalmente le osservazioni fotografiche, la cui realizzazione venne condotta manualmente inseguendo per ore le stelle di guida. In seguito a questi scatti, inziò per Barnard un lungo lavoro di catalogazione e selezione delle immagini che portò avanti fino al termine della propria vita; del famoso catalogo furono stampate 700 copie per un totale di 35.000 stampe che vennero personalmente validate dallo stesso autore. Tale enorme lavoro venne portato a termine dalla nipote Mary R. Calvert quattro anni dopo la morte dell’astronomo, avvenuta nel 1923.
La scoperta visuale di 30 comete, di Amaltea, della seconda stella più vicina alla terra e la costante attività fotografica valesero a Edward E. Barnard l’appellativo di “L’uomo che non dormì mai”.